Il miele, oggi, è utilizzato in infinite ricette ma anche come ingrediente di moltissimi integratori fitoterapici, in grado di curare e prevenire raffreddori, influenza, carenza di vitamine e mal di gola.
Siamo abituati a trovarlo conservato in barattoli di vetro sugli scaffali dei supermercati o, i più fortunati, tra le proposte di piccole botteghe a produzione familiare.
Ma cos’è veramente il miele e come viene prodotto?
La produzione del miele
Quello che molte persone non immaginano è che il miele non solo è un alimento naturale al 100%, ma è prodotto con un’autentica collaborazione tra umani ed animali: ruolo assolutamente fondamentale in tutta la faccenda, infatti, è quello delle api, che lavorano instancabilmente fino a produzione ultimata.
Il miele è costituito da nettare e melata: il primo è una nota secrezione zuccherina prodotta da alcune ghiandole che si trovano, solitamente, alla base dei fiori, mentre la seconda è un altro liquido zuccherino, raccolto dalle api su foglie e altre parti delle piante; si tratta di una produzione, a sua volta, operata da altri insetti, parassiti delle piante, come Psillidi, Coccidi e Afidi. Questi “ingredienti” vengono succhiati dalla bocca delle api, raccogliendoli, poi, in una sorta di “sacca”, la borsa melaria, che altro non è che una dilatazione del loro apparato digerente. Qui, grazie alla presenza di alcuni enzimi provenienti proprio da questo apparato, il prodotto comincia a trasformarsi già in miele, concludendo, però, il processo soltanto in seguito.
Infatti, una volta approdate all’alveare, queste api svuotano le sacche mettendo il contenuto a disposizione di tutte le api presenti che, attraverso un procedimento particolare e l’aggiunta di altri enzimi, si occuperanno, poi, di sistemare tutto all’interno delle piccole celle esagonali, in cui il composto diventerà sempre più concentrato, anche grazie alla progressiva evaporazione dell’acqua.
Il tutto, nel corso dei giorni, grazie ad una vera e propria ventilazione forzata fornita dalle api, raggiunge una concentrazione superiore all’80% di sostanza secca e, a livello ottimale raggiunto, il miele viene protetto da questi incredibili insetti attraverso un opercolo di cera.
Noi sappiamo che, a questo punto, possiamo intervenire per “rubare” questo prezioso alimento alle api, ma per quale motivo viene prodotto?
Si tratta di qualcosa di ancestrale, della capacità di questi insetti di trasformare ciò che è abbondante in estate e primavera in un alimento nutriente per sfamare la “grande famiglia” dell’alveare nei periodi freddi e rigidi dell’inverno, quando non c’è tanta materia del genere reperibile.
Infiniti tipi di miele
L’aspetto singolare di questa faccenda è che, visti i termini di preparazione, non esistono due mieli uguali tra loro.
Tutto dipende dal lavoro delle api, da quali fiori sono stati coinvolti per il prelievo dei nettari, dal clima e dalle condizioni specifiche in cui le api hanno lavorato.
Quando tutto viene lasciato fare alla natura, quindi, si parla di miele millefiori, proveniente da specie non definibili o identificabili durante il processo.
Ci sono,però, casi in cui il miele proviene da un’unica specie botanica: si parla di mieli unifloreali, realizzati in zone dove una specie vegetale è presente in campi molto estesi, per cui la sua prevalenza, a livello microscopico ed organico, nel dolce composto, è netta.
C’è anche una precisazione da fare: quando si ha a che fare con miele cristallizzato non si tratta, necessariamente, di un prodotto meno genuino di quello più liquido e dal colore ambrato che riconosciamo facilmente come “miele”.
Semplicemente, durante la conservazione, soprattutto in dipendenza delle temperature e della composizione, la sostanza può raccogliersi in cristalli più o meno grossi, che sono pronti a sciogliersi con un po’ di calore.
Certo, ogni riscaldamento subìto inficia la qualità e la “freschezza” del prodotto, ma un miele cristallizzato, che appare semplicemente così per la conservazione, non ha nulla di diverso da un miele più liquido ed ambrato!