Le origini della Capra Hircus

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    May

    La Capra Hircus altro non è che una simpatica capra domestica, discendente, per molti naturalisti, dall’egagro (Capra Aegagrus), una specie di capra selvatica diffusa in Asia Minore e nell’Est Europeo, che ha trovato, poi, spazio anche in molti altri Paesi del mondo. Presenti anche allo stato selvatico, soprattutto in alcune isole del Mediterraneo, anche Italiane, e in Gran Bretagna, sono animali considerati tra le 100 specie invasive più dannose al mondo, poichè, introdotte in ambienti dove non erano autoctone, hanno creato numerosi danni agli ecosistemi. L’allevamento caprino ha origini antichissime, poichè questi animali sono stati tra i primi della storia ad essere addomesticati: siamo nel 9.000-10.000 a.C., in Medio Oriente, e tutto è partito dalla sopracitata Capra Aegagrus, unica abitante di quei luoghi in quel tempo. Questa domesticazione sarebbe nata per assicurarsi una fonte sicura di cibo (carne e latte) e di pelli, per cui, pare che, per primi, furono gli abitanti dei Monti Zagros, in Iran, a tenerle in piccoli greggi seminomadi.

    Fibra nobile

    Ma le capre Hircus non sono solo carne e latte; dal loro mantello si possono ottenere piccole quantità di fibra nobile (si parla di due etti circa), per la produzione di capi d’abbigliamento e quant’altro. Mettendo a confronto con una pecora, certo, il ricavato è molto meno importante in quantità, assodato che una pecora comune produce anche tre chili di lana, ma qui parliamo di un cashmere finissimo, che si ottiene esclusivamente dal sottopelo delle Hircus. Per rendere l’idea, insomma, per realizzare un maglione, interamente in cashmere, bisogna utilizzare anche fino a 6 capre. Una caratteristica che rende particolarmente pregiato il loro mantello. La qualità di vello migliore pare sia, comunque, da attribuire agli esemplari della Mongolia, dove questa fibra è più lunga e resistente e, quindi, considerata più preziosa.  

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