Ciliegie

Commenti disabilitati su Ciliegie | Gennaio 22, 2015

Il ciliegio si divide principalmente in due specie: l’avium, cioè il dolce, molto diffuso in Italia e il cerasus (amarena), più acido e cespuglioso, diffuso per di più nel nord Europa.

Ne esiste però un’altra specie, il Prunus mahaleb, più noto come magaleppo o ciliegio di S. Lucia. Questo è piuttosto piccolo, con foglie di forma variabile rotondeggianti, di colore verde chiaro e piccoli fiori bianchi, e frutti piccoli, gialli o rossi, a volte molto scuri. Origini che vanno tra il Mar Nero e il Mar Caspio, ma attualmente in Italia si trova un po’ ovunque, soprattutto tra la Campania, la Puglia, il Veneto e l’Emilia-Romagna.

In caso di freddo, il ciliegio ha un elevato fabbisogno, problematico soprattutto nel ciliegio dolce, che con la pioggia tende ad avere spaccature del frutto oltre ad essere vettore di Monilia. Al contrario una grossa siccità prolungata danneggia la formazione dei fiori.

Il Prunus avium, cioè quello dolce, viene chiamato anche ciliegio degli uccelli o ciliegio selvatico. In Italia è presente nelle zone alto collinari sino a quelle montuose, talvolta presentando una buona resistenza al freddo. Questo prunus, insieme al Prunus cerasus, è una delle due specie di ciliegio selvatico all’origine delle varietà di ciliegio coltivato e produce tipologie di ciliegie che vanno dal graffione bianco piemontese, al Durone nero di Vignola. I frutti vengono mangiati da numerosi uccelli e mammiferi, che ne digeriscono la polpa e disperdono il seme nei loro escrementi. Mentre tutte le altre parti della pianta sono tossiche perché contengono glicosidi ciano genetici.

Plinio il Vecchio distingue tra Prunus, l’albero, e Cerasus, l’albero delle ciliegie, ed inoltre distingue per il sapore da dolce a aspro. Egli afferma che prima che il console romano Lucio Licinio Lucullo sconfiggesse Mitridate nel 74 a.C., “Cerasia … non fuere in Italia”(ovvero: non vi erano ciliegie in Italia). Secondo lui fu Lucullo ad introdurle dal Ponto e nei 120 anni trascorsi da allora il ciliegio si era espanso attraverso l’Europa fino alla Britannia. Ma l’origine del Prunus avium è ancora una questione aperta.

La Ciliegia “Della Recca” è la varietà più diffusa tra le colline dei Camaldoli. Prende il nome da una località di Marano, Recca appunto, di cui è originaria. Di colore rosso chiaro e a polpa dura, è molto saporita e facilmente conservabile. L’albero è vigoroso e produttivo e si distingue perché consente di mantenere a lungo i frutti maturi sulla pianta.

Ci sono due conoscenze tradizionalmente diffuse sull’introduzione di questo ciliegio tra le colline napoletane: una vuole che sia stata Caterina Martinez, amante del re di Spagna, che le introdusse nel 1600 quando la regina di Madrid la cacciò dalla città. Caterina acquistò il feudo di Marano e vi si trasferì portando con sé alcuni alberi di ciliegio. Secondo altri invece, la sua origine risale ancora prima, a quando Gaspare Ricca nel 1550, sposò una facoltosa nobildonna maranese e nella sua proprietà introdusse alcuni alberi di questa varietà. Da lui quindi deriverebbe il nome della località e quindi della varietà della pianta.