Finocchio

Il Finocchio viene coltivato prevalentemente nell’Italia centro-meridionale, dove il raccolto è organizzato per avere il prodotto tutto l’anno. È diffusa particolarmente lungo le zone costiere, dal piano ai 1.000 metri.

Curiosità botaniche

Fa parte delle ombrellifere ed ha una radice con fusto formato da nodi e foglie con guaine molto larghe, carnose e sovrapposte, in modo da formare le caratteristiche sfoglie. Se la pianta trascorre almeno un mese a temperature inferiori a 7°C passa dalla fase vegetativa alla fase riproduttiva formando la più conosciuta parte floreale ramificato con fiori gialli riuniti in infiorescenze a ombrella composta. Le condizioni migliori quindi, per la crescita di questa pianta, si trovano lungo i litorali sia in collina che in piano. L’impollinazione avviene per opera di insetti. Il frutto ha un aroma caratteristico che lo rende idoneo per essere usato anche come spezia e per arricchire tisane digestive.

Il terreno deve essere abbastanza morbido e fresco, ricco di sostanza organica e profondo. Nei terreni molto compatti invece, il grumolo tende a svilupparsi fuori terra tendendo a inverdire e a sviluppare grumi all’interno.

I finocchi coltivati possono essere di due varietà: Finocchio nostrale e Finocchio grosso d’Italia.
Il finocchio nostrale è diffuso nell’Italia centro-settentrionale, ed in questo rientrano finocchi dal nome: Dolce di Firenze, di Chioggia, di Lecce, di Bologna, Romano.
Il finocchio grosso d’Italia è coltivato al Sud Italia sotto le seguenti denominazioni: finocchio di Sicilia, di Palermo, di Messina, di Napoli, di Reggio Calabria.

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